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Intervista a Gemma Gemmiti, fondatrice di Gemma Edizioni

Gemma Edizioni è un progetto editoriale a cui teniamo molto. Casa editrice nata nel 2015, è stata fondata da una donna che fin da subito ha catturato la nostra attenzione. Modi schietti, energia incredibile e un’idea molto chiara del ruolo dell’editoria sono caratteristiche che è difficile non notare, soprattutto in un contesto dove le piccole case editrici spesso fanno ricorso a “mezzucci” per sopravvivere. Gemma Edizioni è lontana da tutto questo, fondando la propria linea editoriale su educazione alla lettura e su di una fortissima etica professionale.

Abbiamo quindi incontrato Gemma Gemmiti, fondatrice di Gemma Edizioni, e le abbiamo fatto qualche domanda.

 

Innanzitutto grazie per aver accettato di rispondere alle nostre domande. Inizio con una domanda facile: Chi è Gemma Gemmiti? O meglio: qual è la tua storia (prima di diventare editrice)?

Pensi davvero che sia facile descriversi? Ricordo i primi temi a scuola, quei “Parla di te” che ancora hanno il sapore del tappo della penna. Sai, di quelle volte che morderla ed alzare gli occhi al cielo ti fa trovare tutte le risposte. Oppure no. Ci provo. Uno dei miei più antichi ricordi è un’immagine: la mia mamma che mi leggeva una favola. Un libro che poi, ho consumato, per restare ancora un po’ lì, tra le sue braccia. Ho sempre amato leggere ed ho cercato di far ammalare di questa splendida malattia, chi mi circonda. Ho lavorato per anni con i bambini, fondando e gestendo un’associazione che si occupava di doposcuola, ripetizioni, corsi di diverse discipline: musica, lingue, disegno e fumetto, teatro. Immancabile l’appuntamento del martedì con “Il mio amico libro”: un pomeriggio dedicato alla lettura. Poi il sabato in libreria. Leggere ad alta voce favole e fiabe ed interpretare nel contempo le voci dei vari personaggi, faceva felici i miei piccoli “ascoltatori seriali” e anche me. Credo che esista una strada segnata per ognuno di noi. Non è proprio destino, ma solo passi che ti portano verso ciò che fa per te, ciò che ti rende felice, ciò che potrebbe poi magari anche migliorare questo mondo. Ed è proprio grazie al corso di teatro, di cui mi occupavo personalmente, e grazie alle persone che si sono prodigate affinché si realizzasse, abbiamo messo in scena un musical “Questo piccolo, grande bambino” liberamente ispirato a “Il Piccolo Principe”. Musical che ci ha permesso di costruire un asilo a Kiziguro, in Rwanda.

 

E poi hai deciso di fondare la tua casa editrice. Dov’è che hai battuto forte la tes… ops, intendevo: come hai deciso di intraprendere questa strada?

La consapevolezza che nella vita occorre osare. I sogni si avverano solo se ci si crede fortemente ed è quello che ho fatto, coinvolgendo in questa meravigliosa follia i miei collaboratori. Siamo nati a dicembre del 2015 e siamo cresciuti in poco più di tre anni, in maniera esponenziale grazie soprattutto al progetto editoriale da noi ideato e che coinvolge tutte le scuole, dalle primarie alle secondarie di primo e secondo grado (elementari, medie e superiori per intenderci). I nostri progetti hanno anche un risvolto sociale; parte dei proventi derivanti dalle pubblicazioni con le scuole sono stati devoluti o a Onlus scelte dagli Istituti o alle scuole stesse per la realizzazione di progetti scolastici. Ammontano a più di € 25.000,00 le devoluzioni effettuate fino ad ora, che per una piccola casa editrice quasi appena nata, è un notevole successo!

 

Raccontaci un po’ più in profondità qual è il tuo progetto editoriale.

In Italia si legge sempre di meno e aprire una casa editrice in questo contesto potrebbe apparentemente sembrare davvero una follia. Chiediamoci però perché i ragazzi si allontanano dai libri e proviamo a sviluppare un “piano B” (nella vita, credimi, occorre sempre!). I grandi classici, che spesso consigliano a scuola, non li rappresentano, li sentono lontani dal loro vivere quotidiano. Se li leggono, lo fanno malvolentieri. Leggere è l’unico verbo che non ha l’imperativo. Leggere un libro controvoglia non te lo farà mai piacere; non ti calerai mai nel personaggio e non ti innamorerai divorando quelle pagine una ad una, riga dopo riga, proprio perché imposto. E se a scrivere fosse un adolescente, un bambino, un ragazzo? Parlerebbero la stessa lingua e magari sarebbe più semplice. Da qui l’idea: divulgare l’amore per la lettura attraverso la scrittura, ed è quello che sta accadendo. Abbiamo inserito nei nostri progetti anche percorsi di Alternanza scuola lavoro attraverso i quali stiamo insegnando agli studenti il meraviglioso mestiere dell’editore. Lezioni di scrittura creativa, editing, correzione bozze, grafica, impaginazione, comunicazione e marketing. Tremiladuecento ragazzi, durante l’anno scolastico appena trascorso, si sono messi in gioco ed hanno partecipato attivamente alla pubblicazione di 40 volumi delle nostre raccolte: “Favole di Cioccolata” e “Selfie di noi” disponibili su ordinazione in qualunque libreria fisica del territorio nazionale ed acquistabili anche sui maggiori Store on-line. Il successo di questi progetti, acquistati soprattutto dai giovani, ci fa comprendere di aver intrapreso la strada giusta.

 

Come scegli i manoscritti che ti vengono inviati? In generale, che cosa ti fa pensare “questo è il libro giusto!”?

La voglia di superare la terza pagina; la curiosità di sapere cosa accade dopo; la fluidità con la quale si sviluppa la storia e, non ultimo, l’uso dell’italiano corretto. Non sono la sola a scegliere e decidere quali opere pubblicare. Ho un team di editor che seleziona le opere migliori. Siamo persone diverse con gusti diversi e ti assicuro che quando esce un “Sì” unanime dalle nostre bocche, è perché vale davvero la pena.

 

I 3 errori che uno scrittore (o aspirante tale) non deve fare per essere “scelto” da Gemma Edizioni.

Siamo un popolo di improvvisatori, anche nella scrittura purtroppo. Esistono più scrittori che lettori. Altro grande problema dell’editoria italiana. Il primo consiglio che do a chi vorrebbe diventare scrittore è di leggere, leggere moltissimo, e poi quando si è pronti, provare a tirar fuori quel che c’è dentro e trasformarlo in inchiostro da fermare su carta. Poi rileggere numerose volte ciò che si è “buttato giù”, per constatare a mente fredda, se il messaggio che si voleva dare, arriva.

Gli autori che scegliamo, devono colpirci, devono essere in grado di dare emozione al lettore. Non devono solo scrivere per sé, ma devono essere in grado di far immergere il potenziale lettore all’interno della loro storia, trasformando quell’inchiostro in immagini, voci, suoni, colori, odori, sapori. Quando accade, la magia è assicurata.

 

Quali sono i progetti di Gemma Edizioni? Come vedi la tua casa editrice fra 10 anni?

Vogliamo crescere, crescere ancora, riuscendo a lambire ogni città italiana e ogni piccolo paese. Stiamo accettando per i nostri progetti ben 10 scuole a provincia. Visto i risultati, negli anni a venire, magari riusciremo ad accettarne anche di più. Vogliamo diventare capillari e contagiare più bambini e ragazzi possibili. Vogliamo trovare anche in questo modo nuovi nomi da far brillare nel panorama editoriale italiano. Abbiamo già scelto tre ragazzi che hanno fatto parte dei progetti scolastici di Gemma Edizioni. Sicilia, Toscana, Piemonte sono le regioni dalle quali provengono. Diventeranno autori, pubblicando con la nostra casa editrice le loro opere. Il primo racconto uscito è “Undici ottobre” di Elena Lucia Grussu, studentessa sedicenne del liceo classico “La Farina” di Messina. Le avventure del suo “Ispettore Sala”, emozioneranno e terranno con il fiato sospeso tutti i nostri lettori. Nel 2016 abbiamo pubblicato "Straniera vita", il primo volume cartaceo di Gemma Edizioni, scritto da Andreaa Simionel, di cui siamo molto orgogliosi, mentre per il 2019 pubblicheremo un ebook al mese sulle avventure di Briciola, di Andrea Mattei, piccoli episodi raccontati in chiave ironica, che vedranno protagonista un gatto. 

 

Ora passiamo a domande più personali. Sei donna, mamma, moglie ed editrice. Come riesci a conciliare questi quattro aspetti della tua vita?

Son cinque in realtà, perché sono anche figlia di uno splendido ottantaseienne che mi dà molto da fare. Siamo in cinque in famiglia e non è facile conciliare tutto. Il mio lavoro mi porta anche spesso fuori, ma ho due figli e un marito che mi sostengono nella gestione della famiglia. Lavorare in proprio aiuta. Non dover chiedere a nessuno il permesso per accompagnare mio padre dal medico, o i figli dal dentista, o riuscire a fare la spesa anche lavorando 10 ore al giorno scappando al volo al supermercato per mettere insieme la cena, rende le cose un po’ più semplici. Sono stata dipendente e appena sposata sono stata anche licenziata perché pensavano fossi incinta. La mia azienda invece anche in questo è differente. Riusciamo a conciliare le nostre famiglie grazie alla collaborazione di tutti. Sono donna, figlia, moglie, madre prima che imprenditrice. Al centro della mia vita c’è la mia famiglia e la nostra azienda. E poi sto raccogliendo le firme per aumentare a 30 le 24 ore del giorno. Me ne mancano ancora un po’. Ne metti una anche tu?

 

Cosa pensi di poter consigliare alle ragazze/donne che si stanno affacciando al mondo della scrittura e dell’editoria? C’è una ricetta segreta per essere un’editrice di successo?

Testardaggine, umiltà, intraprendenza, il tutto condito da un pizzico di follia. Cercare più strade, senza aver paura di camminarle, anzi sfruttare questa paura per avere il tempo di riflettere e provare a fare la scelta giusta ogni volta. Cercare un’idea nuova, buttarsi a capofitto nel progetto e non smettere di crederci ai primi ostacoli. Sfruttare questi stessi ostacoli per migliorare il tutto. Darsi dei limiti solo per il gusto di superarli e trovare il coraggio necessario a camminare ancora. Questo vale in qualunque campo, non solo in quello editoriale. La fortuna forse c’entra anche un po’, ma la differenza la fanno soprattutto le persone che si incontrano nel cammino. Alcune ti daranno l’anima, altre te la toglieranno. Sta a te scegliere con quali di loro continuare. Ho avuto la fortuna di accogliere all’interno di Gemma Edizioni persone eccezionali, sia dal punto di vista professionale che umano, ed è loro che ringrazio del successo di quest’impresa. Una perfetta sinergia è dunque il segreto.

 

Tutti noi passiamo molto tempo su Facebook e su altri canali social. Ci stupisce moltissimo il tuo rapporto diretto con i tuoi lettori, soprattutto la tua capacità di dire quello che ti passa per la testa, senza tanta paura. Come fai? Non ti crea qualche grattacapo a volte?

Sempre. Non sono capace di non prendere una posizione in merito a ciò che conosco e per quanto riguarda ciò che non conosco, ho imparato ad informarmi prima di parlare. Sono una donna passionale, che mette il cuore e la pancia prima di attivare anche la testa. Per questo non ho peli sulla lingua. Non me li merito io e non li merita neanche chi mi legge. “Senza filtri” spesso è così che scrivo, senza paura se non per il famigerato T9! Odio i razzisti e gli ignoranti. Gli ipocriti poi non li sopporto proprio. Sogno un mondo nel quale ci sia Rispetto, quello con la maiuscola e mi batterò con le parole, che reputo le uniche in grado di cambiare le coscienze, affinché ciò avvenga.

 

Ultima domanda: ci puoi spoilerare quali saranno i libri previsti per le Bohx in arrivo?

Top secret…! Ogni prodotto presente all’interno della Bohx del mese sarà una sorpresa da scoprire, così come i libri che proporremo. Il nostro intento è quello di regalare qualcosa che sia unico, intenso, che possa sorprendere, emozionare e anche, perché no, divertire.

Non posso rivelarti di più ma posso assicurare che ogni Bohx racchiuderà il meglio delle nostre pubblicazioni, storie di vita ricche di sentimento che ci parlano di crescita, di incontro, di cambiamento, di rinnovamento, valori a cui speriamo che i nostri lettori, e chiunque scelga di seguirci, possano aspirare e difendere attraverso la lettura.

 

Fonte: https://copy.yeerida.com/editoria/intervista-a-gemma-gemmiti-fondatrice-di-gemma-edizioni/

Gemma Edizioni

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